Descrizione
Il palazzo che oggi è sede municipale, fino al 1953 era di proprietà della famiglia dei conti Bonzi. Pare che fosse proprietaria (o comproprietaria) la moglie dell’avvocato conte Iro, ovvero Sarina Nathan che avendo radici ebree non aveva voluto (o potuto) “apparire” sui documenti. Comunque in suo onore e/o del casato Nathan si dice che il disegno del soffitto dove oggi c’è l’uff. segreteria rappresenti la “Stella di David” opportunamente camuffata e artefatta. Il ramo milanese dei conti Bonzi conserva profonde radici originarie nel cremasco dove hanno tuttora possedimenti aviti lungo le rive del fiume Serio, con museo dedicato al “personaggio” Leonardo Bonzi (1902 Milano- 1977 Ripalta Cremasca). Il prestigioso edificio storico di Acquafredda, “residenza estiva” della famiglia conti Bonzi, comprendeva inizialmente tutto il complesso racchiuso dalle attuali via Della Repubblica (nord), vaso Seriola e via Mulino (est), Di Rosa (sud) e Silvio Pellico (ovest). Proprio su questa via, di fronte alla piazzetta XX Settembre (o Mercatello), s’apre un portone con arco in pietra bianca su cui è inciso un antico stemma zoomorfo con le date 1673 sopra e 1775 sotto.
La porzione est, comprendente il palazzo nobiliare con cortile e verde, è rimasta in proprietà ai conti Bonzi fino alla definitiva cessione al Comune; purtroppo per motivi poco noti l’accordo sulla compravendita ha subìto un passaggio intermedio che ha depauperato l’immobile di piante di pregio nel parco ed altre spoliazioni nell’edificio.
Andando a ritroso nel tempo, i conti Bonzi avevano acquistato il palazzo, così come altre numerose proprietà in Acquafredda, dalla nobile famiglia brianzola dei Consonno nel primo decennio del ‘900. Il casato dei Consonno è risultato presente ad Acquafredda tra gli anni 1878 e 1909 avendo rivestito tra l’altro cariche pubbliche, come quella di sindaco, prima con il cav. Fortunato e poi con il cav. Camillo.
Sicuramente le attuali linee architettoniche non sono mutate durante le proprietà Consonno-Bonzi. Prima c’è un vuoto di notizie. Però risulta, all’indomani della battaglia di Solferino-San Martino (1859), che i pubblici poteri avessero in animo di allestire un ricovero per i feriti a “palazzo Mondella” (il palazzo di cui scriviamo) che Antonio e don Luigi Mondella avevano ereditato nel 1819 dalla nobile Marta C (?) vedova Cirimbelli. La nobile famiglia bresciana dei Cirimbelli risulta avesse in questo palazzo una chiesetta privata nel palazzo di Acquafredda come risulta nel 1769 dalla visita pastorale di mons. Badoer vescovo di Asola. Non sappiamo di certo come fosse al tempo il palazzo, però la chiesolina privata potrebbe essere individuata a pianterreno, dove ora c’è uno degli accessi pedonali, direttamente sulla strada principale. La volta di quella sala presenta antichi stucchi con grappoli d’uva, simbologia della nostra Religione.
Risulta che il palazzo sia stato edificato nel 1667 per volontà di Lodovico Cirimbelli figlio di Marc’Antonio. Che c’azzecca lo stemma citato con i Cirimbelli? Nelle riviste specializzate in stemmi dei casati nobili bresciani la figura rampante di un cane (?) con collare è presente nei Savalli, ma tutto o in buona parte con la figura al contrario: rivolta a dx sul portale mentre è rivolta a sin. sullo stemmario. Il “ramo” acquafreddese dei Savalli risulterebbe estinto a fine ‘700 con proprietà confluite ai Cirimbelli.
Si ringrazia i Sigg. Ghisini Roberto e Mario Giacobbi per la ricostruzione storica.